Ho fatto molti errori, dettati dalla fretta, dalla mancanza d'informazione, dall'approssimazione e dall'ingordigia di pesci. Tuttavia ho avuto fortune e sfortune da osservare e di cui fare tesoro, e non ho più commesso alcuni passi falsi riconosciuti. Spero che quello che descrivo serva a qualcun'altro e qualcun'altro ci si ritrovi.

La mia prima vasca

Credo fosse 55 lt. netti e già mi sembrava enorme. Il tipo di acquario era chiuso, con filtro interno a tre scomparti, neon corto nel coperchio, e riscaldatore. Preparato con un fondo da piante e un ghiaietto di quarzo misto, due legni mopani, una roccia, sassi vari. Come piante (prese subito) un Aponogeton longiplumosus, Vallisneria spiralis, Aponogeton madagascariensis, Anubias barteri (credo nana).

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Dunque messi cannolicchi in dotazione, spugna, perlon, batteri di una nota marca ed acqua con biocondizionatore, fissata la temperatura a 25° e aggiunto l'aeratore, è partita l'avventura. Da lì ho avuto i classici spaventi del neofita e anche se leggevo in rete che tutto era normale ero preoccupato. Acqua lattiginosa (esplosione batterica), poi lattiginosa e gialla (batteri più tannini del legno), quindi più gialla limpida ma mucillagini su legni che hanno catalizzato la mia attenzione per molto. Le piante intanto crescevano stranamente più che felici. Aspetta, aspetta, la voglia dei pesci cresce, maligna e subdola.

Patine dall'apparenza oleosa in superficie e dopo qualche giorno la presenza di qualche vermetto sottile e bianco, forse planarie e piccolissimi mini crostacei che saltellavano appena sotto il pelo dell'acqua. Per un po' questa fu la fauna. Poi un'emozione, il primo essere vivente dall'apparenza più evidente, una lumachina (credo delle Phisia, eccola in una mia foto, ingrandita di molte volte) e poi un'altra. Farà sorridere ma ero ammirato da questa genesi perché non ho afferrato subito che venissero (come sempre capita) da uova presenti sulle piante immesse. E' sempre la natura in qualche modo a cui noi dobbiamo attenerci anche davanti all'acquario e trovo molto istruttivo per tutti assistere all'evoluzione della vasca.

Venne dunque il giorno, ovviamente precoce, di immettere qualcos'altro e presi degli esemplari di Caridina japonica, (o Caridina Multidentata, in una mia foto) mi apprestai a vederle finalmente dare vita alla mia vasca di dieci lumachine. Ecco il primo errore. Avevo fatto i test, nitriti 0 e nitrati 0 (i batteri però avevano avuto poca materia per lavorare e crescere e probabilmente non erano nemmeno di qualità eccelsa) ma nulla che mi potesse spiegare che un acquario chiuso non si libera bene come un acquario aperto dell'ammoniaca (quando c'é e l'acquario non è decisamente maturo) e varie nell'aria, per cui assistetti ad esecuzione di due delle tre caridine che, addirittura saltavano fuori dall'acqua tanto era invivibile. Non c'era verso, quell'acqua era mortale per loro e non auguro a nessuno di sentirsi un boia come mi sentii in quel momento. L'ultima caridina stava attaccata al di sotto del coperchio nero, esposta all'aria, pur di non tornare in quell'inferno. Alla mia compagna, meno traumatizzata dall'evento, venne semplicemente in testa di tenere aperto lo sportello grande del coperchio superiore, sempre con aeratore acceso, lasciando che la notte passasse. Io ero troppo triste per tentare di fare altro, interdetto andai a dormire.

La mattina dopo avevo un po' il terrore di vedere l'ultima caridina a gambe all'aria e invece, invece genialità di donna aveva salvato tutto e la caridina pinzettava allegramente il tronco, anche se sola. L'acqua infatti, non olezzava di ammoniaca come la sera prima ed io avevo così imparato la mia prima lezione e mi sentivo sollevato e contento. in seguito rimpiazzai le due caridine passate a miglior vita, senza problemi, e facendo test aspettai ancora. Durante un'ardita manovra di riassestamento del fondo danneggiai l'Aponogeton madagascariensis che mai più si riprese. Poi venne finalmente il giorno dei pesci, sempre troppo presto comunque, a pensarci ora.

Acquistai tre Corydoras Agassizii (foto alla destra) ed un Pangio Oblonga (foto mia, più sotto) che quelli del negozio non sapevano nemmeno di avere ancora, dimenticato in una vasca di altra specie. I Corydoras avrebbero avuto forse bisogno di più compagni e certamente di una vasca più grande, per il Pangio credevo non ci fossero molti problemi, ma poi scoprii che voleva tendenzialmente acqua più acida di quella che davo mentre poteva beneficiare dei tanti rifugi. Avevo timore che il ghiaietto che avevo fosse grossolano e tagliente per baffetti dei Cory ma in seguito non ho riscontrato mai lesioni o consunzioni di alcun tipo, certo non si saranno nutriti come in natura, affondando parte della testa nella sabbia fine ma pazienza.

Aggiunsi due Cladophore e del muschio di Java. Le cose andarono bene finché non aumentai il carico biologico, aggiungendo ancora animali, degli Otocinclus (mia foto sotto in trittico), due Punctius Denisonii (mia foto sotto in trittico, non li scelsi io, non sapevo del fatto che non andrebbero comprati come lessi dopo su "acquariofilia consapevole" insieme a tanti altri fondamentali dell'acquariologia) e alcune Popondette Furcate (Pseudomugil furcatus, sotto nella mia foto) che sono ancora oggi la mia gioia.

Il carico biologico aumentò come dicevo e ci fu una ricaduta di nitriti, l'acquario non era stabile e morirono prima l'uno e poi l'altro otocinclus, delicate spie della salute dell'acqua. Nel parapiglia di test allarmanti feci cambi d'acqua ripetuti e la situazione migliorò e si risolse in tre giorni, solo quando aggiunsi batteri "decenti" ben più efficaci di quelli inseriti all'inizio. Tutto tornò nella norma. Ebbi un'esperienza con l'Hydrocotyle Leucocephala, pianta splendida dalla crescita rapida che andò benissimo ma che non seppi potare a dovere e che rimossi dopo averla massacrata.

Inserii un Colisa Lalia cobalto (mia foto sotto in trittico), che dopo un primo momento soffrì dello spazio ristretto (probabilmente) e divenne incredibilmente fastidioso e aggressivo e in particolare al momento del pasto non tollerava la presenza di qualunque pesce a qualunque livello dell'acqua vivesse e mangiasse, arrivando ad infastidire perfino il Pangio con colpi in testa. Dovetti, per la pace comune, riportarlo ad un negozio, un pesce bello come il sole che presero volentieri e così finì l'episodio generato da un mio errore.

Non avevo acqua verde, e provai con cibo micro da avannotti e lievito di birra, forse qualcuno ne beneficiava ma le troppe condizioni particolari che esige l'allevamento della prole di Caridina Japonica non sono facili da rispettare e gli esserini scomparvero nel giro di una settimana. Non mi stupii però di questo. Non avevo acqua verde, e provai con cibo micro da avannotti e lievito di birra, forse qualcuno ne beneficiava ma le troppe condizioni particolari che esige l'allevamento della prole di Caridina Japonica non sono facili da rispettare e gli esserini scomparvero nel giro di una settimana. Non mi stupii però di questo.

Un altro pesce che mutò il suo atteggiamento fu un Garra rufa (in mia brutta foto sulla destra), ottimo pulitore, veramente un aspirapolvere ma cresciuto e diventato un torello non dava pace a nessuno, proprio come il Colisa e spostato in acquario separato nell'attesa di fare il punto, morì poco dopo per motivi da ricercare tra solitudine o ambiente.  Mentre l'Aponogeton prosperava e la Vallisneria stolonava aggiunsi della Riccia Fluitans che cominciò a moltiplicarsi a buon ritmo. Le caridine si riempirono di uova e le isolai in un acquarietto a parte con muschio e poco altro. Appena isolate, la stessa notte, le rilasciarono, e vidi la mattina una miriade di esserini popolare di sussulti la vasca.

Uova schiuse di Caridina nella mia vasca parallela

Trovai una bellissima lumaca che si aggiunse alle Phisia, rimaste in pochi esemplari che producevano spesso un insieme di uova, gradite alle caridine. Non sono mai intervenuto per limitare le lumachine nel mio acquario si sono sempre autoregolate, diciamo. Nemmeno mai ho avuto problemi di alghe che pure erano presenti in piccoli accenni di alghe a pennello, tipo di alga così poco presente che, non prevaleva nemmeno sulle poche alghe a puntini di un verde brillante che i pesci erbivori gradivano. La lumaca aggiunta, fu una Brotia Pagodula, molto bella, innocua per le piante e più grossa rispetto a una neritina per esempio, con il guscio marrone e conico, adornato di piccole punte.

Nuovi ospiti furono dei Cambarellus patzcuarensis orange, colorazione molto bella, di un arancio acceso. Questi coraggiosi crostacei che minacciano un po' tutto quello che gli si muove attorno con le loro chelette mettendosi sulla difensiva, si adattarono molto bene, dopo un po' di regolamenti di conti con le caridine e i pesci, facendo capire loro chi fossero. Ben meno agili delle caridine, si arrampicano, a volte goffamente, su piante e arredi ma battezzano in genere una sorta di tana, quindi si può assistere a qualche sfratto più o meno diretto di altri abitanti. Tuttavia non risultano problematici dopo il primo adattamento e le prime esplorazioni. A livello alimentare non sono Caridine, non vanno pazzi per le alghe e hanno bisogno di cibi sostanziosi. Accadde che per un colpo di fortuna, i due che comprai, si rivelarono maschio e femmina.

L'accoppiamento può essere facilmente frainteso come una lotta forsennata, violenta e rapidissima in cui uno finisce per bloccare le chele dell'altro mentre aderiscono gli addomi. Tant'é che la femmina maturò delle uova che come le caridine stanno attaccate in zona pleopodi ma sono numericamente assai meno e più grosse, tanto che nel mio caso si trattava di una ventina o poco più, credo. Molto soddisfatto e interessato feci il possibile isolando la femmina che veniva comunque tartassata dal maschio che non so se fu effettivamente il colpevole, dell'amputazione di qualche zampa e chela. Per fortuna ricrescono anche se lo spettacolo rimane spiacevole. Il mio errore fu forse questo isolamento poiché la vaschetta di plastica (che fu necessaria per impedire di essere scalata, al contrario di quella di rete) che usai con dentro elementi per creare un riparo e un po' di muschio non fu l'ideale, e a parer mio, favorì l'attacco di muffe alle uova ed i piccoli già riconoscibili, ancora attaccati alla madre probabilmente ne morirono, purtroppo. Di questo invece mi dolsi molto diversamente dal caso delle caridine.

Cambarellus con uova

La riccia continuava a prosperare e ormai era un elemento importante e gradito ai pesci. Ne dovetti asportare parti più volte ma fu così apprezzata dalle Popondette che ci trovai a nuotare qualche spaurito avannotto dagli occhi azzurri, inequivocabile caratteristica riconoscitiva da Pseudomigil Furcatus. Quindi li separai in una cosiddetta "nursery" per preservarli dall'appetito giocoso dei suoi simile e degli altri, infatti era già un miracolo l'averli visti per primo. Andò tutto bene ed anche il nutrimento funzionava, stavano crescendo ma col sopraggiungere delle ferie, lasciata l'incombenza per una settimana ad una persona capace ma non presente quanto serviva a degli avannotti, sparirono e nulla rimase al mio ritorno. Anche quì me ne dolsi ma non avevo potuto fare diversamente. 

 

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Ormai l'acquario era perennemente tenuto aperto con il coperchio sollevato e pian piano maturavo la convinzione che la vasca aperta mi fosse più congeniale. Aggiunsi un'altra pianta galleggiante insieme alla Riccia, Limnobium Laevigatum, come una piccola ninfea, oltre alla clandestina Lemna minor che si era intrufolata chissà quando. Questa nuova pianta crebbe da subito moltiplicandosi, gradita dalle caridine e dai pesci per il suo apparato radicale che crea una piccola giungla di radici flottanti. Purtroppo bisogna tenerla a bada e cresce forse più veloce della Riccia, c'é n'é da rimuovere ogni mese o da regalare se si può.

Poi venne il primo Loricaride, una Rineloricaria Lanceolata, dal colore rosso-rossomattone, affusolato e pacifico. Adattato bene, senza particolari problemi al momento dell'acquisto presentava pinne caudale e dorsale in cattivo stato e colorazione spenta. Con il tempo invece, sono cresciute e reintegrate di pigmenti. Ama sostare appeso con la bocca a vetri, oggetti piante e legni, nuota in modo un po' goffo forse per la predisposizione a spostarsi originariamente in acque veloci.

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L'acquario procedeva bene mettendo in conto che i cambi parziali erano settimanali, ove sifonavo in contemporanea lo sporco in accumulo che non era molto. Il ghiaietto faceva da substrato grossolano per le radici che andavano in profondità dove il concime messo in partenza e le sostanze aggiuntive prodotte dai pesci mettevano a disposizione sostanze nutritive. Più volte ho avuto dubbi sulla salubrità del fondo, avendo diversi pesci che vivevano a tale livello ma non o mai riscontrato infezioni o batteriosi sugli abitanti e apparentemente tutti stavano bene. La luce era effettivamente appena sufficiente e nella guerra con la propagazione della riccia filtrava anche meno. Tuttavia sembrava bastare con i suoi 5000-6000k che non sono mai riuscito a sapere di preciso, poiché non v'era traccia della specifica sul neon. Il filtro interno aveva bisogno sempre più di frequenti pulizie poiché i cannolicchi erano ormai muniti ed anche se lavavo o sciacquavo le spugne con dovizia, l'acqua non circolava perfettamente come agli inizi, logicamente.

Forzando ancora oltre il carico biologico della mia piccola vasca, inserii due Gastromyzon Borneensis, curiosi pesci originariamente di acque ben più allegre rispetto alla debole corrente che avevo nel mio acquario. Principalmente mangiatore di alghe dal corpo compresso che può ricordare, anche se erroneamente, una piccola razza. Temperamento docile, qualche scaramuccia tra i simili e scatti velocissimi all'occorrenza, quando non mangia su vetri, arredi, prediligendo sassi lisci.

La nuova vasca

Viene poi il momento che, facilmente, 55 litri netti non bastano più come unico acquario. Questo perché si vorrebbe dare più spazio ai troppi esemplari immessi e perché si vorrebbe sperimentare e correggere magari errori strutturali fatti all'inizio. Anche per avere un acquario semplicemente più grande, va da sè. Un mio collega aveva una vasca che usava per tenere confinati alcuni gerbilli, e ora che i gerbilli non abitavano più lì, mi venne offerta a venti euro. La cosa mi sembrò da fare: dimensioni circa 65x44x38 per 108 litri lordi (95 netti) di acquario aperto, senza coperchio o luci di sorta. Una particolarità la costruzione in tre pezzi: fondo, retro ma pareti laterali unite con la frontale in una sola lastra dagli angoli stondati e questa cosa mi piaceva molto. Lavai bene la vasca con acqua e bicarbonato ed acquistai una plafoniera molto economica a due neon T5. Il filtro lo presi a zainetto, con portata d'acqua espressa sulla scatola oltre il doppio del mio litraggio-ora. Presi un riscaldatore adatto per wattaggio ed un nuovo termometro digitale. Per il fondo feci una scelta un po' coraggiosa poiché decisi di non concimare il fondo, ponendo tre strati di ghiaietto di quarzo di grandezza decrescente verso l'alto e appunto nessun fertilizzante. Questo nel proposito di far arricchire di sostanze naturali pian piano, cosciente di penalizzare l'avvio delle piante ma anche di avere meno problemi di eccessi di nutritivi e magari implementare con qualche pastiglia e pallina di laterite qua e là, come poi feci. L'avvio del nuovo acquario fu tutto diverso dal primo. Innanzi tutto, utilizzai nel filtro del perlon già intriso di sostanze e batteri del acquario più piccolo, il quale parallelamente tenevo in attività privandolo pian piano delle piante e parte degli arredi per traslocarli. Aggiunsi anche una buona quantità di batteri, di quelli salvifici che risolsero quando ebbi l'eccesso improvviso di nitriti.

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Acquario novembre 2011

Un'altra scelta contestabile ma che feci subito, come il fondo non fertilizzato fu il posizionamento di una pompa di movimento pura e semplice, istintivamente sono andato a creare un ambiente ben diverso dalla vasca precedente. Molti inorridiscono pensando a tutta quella Co2 che se ne va col movimento e che io stesso immetto (a fermentazione) in vasca. E quindi? Da una parte la mettiamo e dall'altra ne aumentiamo la fuga aerea? Sì, è così. Preferisco avere una temperatura costante e omogenea, un transito di nutrienti e gas disciolti continuo ed il beneficio della corrente per i pesci invece perdendomi un po' di Co2. L'anidride carbonica fa comunque il suo effetto, meno ma lo fa, il resto mi appare come un guadagno ma è un'opinione personale e per questo opinabile. Questa corrente è utile viste le scelte scellerate della precedente vasca, come quella della presenza di due Gastromyzon che magari non staranno bene ma meglio che se la corrente non ci fosse, com'anche i Kryptopterus bicirrhis che in questa nuova vasca ho messo. Anche il filtro a zainetto crea una sua seconda corrente che si scontra con la prima creando un certo giro d'acqua che aiuta anche la filtrazione. Anche la scelta delle luci so che è opinabile, visto che in passato la tendenza era usare gradazioni sotto i 7000k direi ma devo dire che i due neon a 10000 k sembrano avere il vantaggio di non favorire le crescita algale e la cosa mi va bene. Per essere precisi le alghe ci sono e per fortuna, ma pulisco molto poco. Di questa alghe usufruiscono 4 otocinclus che scorrazzano allegramente, la mia mia Rineloricaria, i 2 Gastromyzon, 3 Brotia Pagodula, 2 Clithon Corona, 3 neritine Zebra e una Farlowella Acus. Nel fondo pascolano 3 Corydoras Agassizii, tre Pangio Kuhlii e un Pangio Oblonga. In colonna ho ancora le mie Popondette, una decina tra maschi e femmine e un Puntius Denisonii, purtroppo solo uno perché l'altro più piccolo, è finito fuori vasca in mia assenza dopo l'ennesimo inseguimento del fratello maggiore, uno dei contro della vasca aperta. In seguito a questo episodio ed a sfortunate Popondette femmine inseguite da maschi, ho collocato una retina metallica a copertura di un terzo della superficie, limitazione removibile quando devo lavorare in vasca. Ricapitolando il carico biologico viene retto con l'aiuto di Aponogeton Ulvaceus (2), Aponogeton Longiplumosus, muschio di Java, Anubias di due varietà (4 -5 esemplari), Limnobium Laevigatum in quantità, varie Pogostemon Helferi, Cryptocoryne Wendtii e accenni qua e la delle Cryptocoryne Parva superstiti.

Ho aggiunto sulla parte posteriore una Bacopa Caroliniana poiché, forse stupidamente, vorrei favorire la deposizione delle uova di una femmina di Otocinclus che si vedono chiaramente in trasparenza nel suo ventre ed ho letto, che pare prediligere detta pianta. La Bacopa è curiosa perché mentre la preparavo effettivamente setivo emanare un profumo, poi ho letto che è aromatica, credo ricordi un aroma tipo limone. Vedremo se si adatterà come si deve.

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Acquario Gennaio 2012

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Acquario 25 Gennaio 2012

La situazione si è evoluta con una riduzione dell'Aponogeton ulvaceus, per forza di cose, la sua invadenza era troppa e le fioriture continue. Una Pianta molto bella da godersi a pieno con una vasca più grande. Comuque è ancora presente seppur ridotta e continua a fiorire. La Pogostemon helferi, che grande soddisfazione mi ha sempre dato, si è azzerata col grande caldo dell'estate 2012, dove l'acqua ha superato per giorni e giorni i 30 gradi. Per contro, la Criptocoryne parva ha preso il sopravvento e con un po' di pazienza sto arrivando ad una copertura che somiglierà ad un pratino. Le anubias sono molto belle ed esplose sipratutto sulla pietra di sinistra, a giro di media corrente. tra le galleggianti ora c'é solo la lemna minor molto gradita al Betta maschio (veil tail) e femmina. Morte le Popondette molto amate, dentro dei Danio malabaricus. Inserita un'anguilletta asiatica Macrognatus Siamensis.

 

 

 

Nuova vasca per Neocaridine sakura, 4 lt

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Ecco la nuova vasca, molto piccola e dal delicato equilibrio, preparata per le neocaridine sakura con la compagnia di cryptocoryne parva, una piccola ma bella dragon stone, fondo oliver knott e sassi lisci. Al momento alberga nella vaschetta anche un avannotto di Popondetta Furcata. L'illuminazione è data da 3 leds da 1w, due bianchi ed uno blu, 3w quindi per 200 lumen d'irradiazione. La tonalità dovrebbe essere 12000k.

 

 

 

 

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Acquario 30 Ottobre 2012

 

 

 

 

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Acquario - 28/12/2012 - In questo giorno immessa Co2 bombola